Traduzione dal sardo: semola fritta con salsiccia / polenta di grano fritta con salsiccia secca

Simbua frita cun satitzu | Prodotto Agroalimentare Tradizionale PAT

Sa “Simbua frita cun satitzu” è un Prodotto Agroalimentare Tradizionale PAT della Sardegna.

Si tratta di un piatto povero tipico dei piccoli centri della Sardegna ed in particolare di Villanovaforru, un paese della zona della Marmilla.

Sa simbua è un piatto di giornata, povero e rustico, realizzato con ingredienti semplici e tipici della tradizione agropastorale del territorio di Villanovaforru: semola grossa di grano duro, ciccioli di carne e lardo di maiale e salsiccia semi stagionata, acqua, olio e cipolla per il soffritto. Chiamata anche “polenta di grano” perchè a fine cottura presenta la stessa consistenza della polenta a base di farina di mais.

Sa Simbua si prepara facendo imbiondire in una casseruola la cipolla tritata, con l’olio e poi con i ciccioli e lo strutto, insieme a qualche pezzetto di salsiccia semi stagionata. Dopo aver fatto rosolare il tutto per qualche minuto, in un’altra casseruola si fa bollire dell’acqua, si sala, e si versa molto lentamente la semola grossa, a pioggia, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno per evitare la formazione di grumi. Quando l’impasto inizia a compattarsi si può versare il soffritto precedentemente preparato e lasciar cuocere per circa 25 minuti a fuoco lento, finche la consistenza de Sa Simbua non sarà abbastanza cremosa.  A cottura ultimata si versa il tutto in un piatto di ceramica e a piacere si cosparge di salsiccia semi stagionata.

Sa simbua frita cun satitzu” è tipica delle cucine degli abitanti di Villanovaforru, la cui memoria risale a tempi antichissimi e trattandosi di un piatto molto povero – anche se ricco e nutriente – gli anziani del paese ne tramandano la ricetta e lo descrivono come uno dei piatti più comuni del passato. Oggi è possibile trovarla anche sui menù di agriturismi e ristoranti della zona.

A Villanovaforru dal 1996 si svolge la Sagra de Sa Simbua frita cun satitzu, nata proprio per promuovere e raccontare un pezzo di storia enogastronomica del paese.

Foto di shmag.it

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